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in Italia mancano 100mila esperti in cybersecurity
10 Luglio 2024 - By: Qsistemi Italia

Con la digitalizzazione cresce il bisogno di esperti in cybersecurity e in Italia mancano 100mila.

Del resto, recenti esperienze quali l’attacco al sistema sanitario della Regione Lazio e gli attacchi a banche e relative banche dati, stanno a dirci che il livello di difesa deve essere sempre più elevato, fino ad ingaggiare professionisti provenienti dall’intelligence come ha fatto la Cassa depositi e prestiti affidandosi all’ex capo centro della CIA in Italia. Un recente rapporto del World Economic Forum stima, infatti, una carenza a livello planetario di circa 4.000.000 di professionisti della cybersecurity. Per l’Italia le stime si aggirano in circa 100.000 unità . Non tutti sembrerebbero infatti disposti ad operare in un settore, quale quello della cybersecurity, che espone a turni massacranti , una continua competizione con gli hacker dove non esiste proporzione tra il bottino che questi ultimi possono ricavare e le retribuzioni riconosciute ai difensori dei sistemi e, a ciò si aggiunga, che quando un attacco va a buon segno, c’è poco apprezzamento per chi ha combattuto ed è rimasto sconfitto.

Si pensi, ad esempio, che a livello nazionale l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale è stata istituita solo nel 2021, quando paesi come il Kenya già nel 1998 hanno dato mandato alla Communication Authority of Kenya di sviluppare una strategia nazionale per la cybersecurity. Il settore privato, da parte sua, è stato parco nell’investire fondi in tema di sicurezza sino a quando le minacce previste da alcuni sono divenute concrete. Tornando alle retribuzioni che potrebbero essere la leva per sopperire alla carenza, esse non sembrano essere adeguate all’esigenza, se paragonate con attività assimilabili. Secondo il rapporto Randstad , esse partono da un ammontare di circa 24.000 euro annui, per crescere sino a 42.000, con retribuzioni che possono oltrepassare i 70.000 per i più esperti.

Non mancano retribuzioni che comunque superano i 200.000 euro annui. Il tema per l’Italia rimane comunque delicato perché il gap esiste anche per altri professionisti dell’ICT quali i data analyst, gli sviluppatori, gli esperti in IOT, gli specialisti in intelligenza artificiale.

 

 
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